MOBBING SUL LUOGO DI LAVORO: ECCO COSA FARE
- pablobottega
- 17 mar
- Tempo di lettura: 1 min
Il mobbing si verifica quando un lavoratore subisce una serie di comportamenti ostili, sistematici e prolungati nel tempo da parte di colleghi o superiori, con l'obiettivo di emarginarlo, umiliarlo o costringerlo a dimettersi.
In Italia la giurisprudenza è univoca nel qualificare come mobbing il comportamento del datore di lavoro che demansiona e/o rende inoperoso il proprio dipendente.
Caratteristiche del mobbing
Perché si possa parlare di mobbing, devono esserci alcuni elementi:
Condotta ostile ripetuta: atti persecutori frequenti (offese, esclusione, critiche eccessive, declassamento) o demansionamento e inoperosità prolungati.
Durata nel tempo: il comportamento deve protrarsi per almeno sei mesi.
Effetti negativi sulla vittima: stress, ansia, depressione, problemi di salute.
Intento vessatorio: il comportamento deve avere la finalità di danneggiare il lavoratore.
Tipologie di mobbing
Mobbing verticale: da parte di un superiore gerarchico.
Mobbing orizzontale: da parte di colleghi dello stesso livello.
Mobbing dal basso (bossing): i dipendenti cercano di isolare un superiore.
Cosa fare in caso di mobbing?
Se pensi di essere vittima di mobbing, puoi:
Documentare tutto (email, messaggi, testimonianze).
Segnalare il problema alle risorse umane o ad un sindacato.
Chiedere aiuto a un avvocato specializzato in diritto del lavoro.
Rivolgerti all'INAIL, che riconosce il danno da mobbing come malattia professionale.
Denunciare il caso in tribunale, chiedendo il risarcimento dei danni.
Se hai bisogno di un consiglio più specifico contatta pure lo studio.

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