IL TESTIMONE IN UN PROCESSO NON PUO’ MAI ESSERE LICENZIATO
- pablobottega
- 24 apr
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Con l’ordinanza n. 8857 del 3 aprile 2025, la Cassazione lo dice chiaro e tondo: il licenziamento è nullo se punisce un lavoratore per aver testimoniato in un processo, anche se contro l’azienda.
Il caso riguarda un dipendente licenziato dopo aver reso dichiarazioni ritenute “false” dal datore in una causa intentata da un collega.
Ma per i giudici non c’è spazio per vendette mascherate: se l’unico vero motivo del recesso è la ritorsione, allora il licenziamento è illegittimo.
La Corte d’Appello aveva già riconosciuto il carattere ritorsivo del recesso, e la Cassazione conferma: non basta che il datore si senta “tradito” dalla testimonianza, serve una causale reale e verificabile.
In questo caso, l’intento era solo quello di punire il lavoratore per aver testimoniato in modo scomodo, e questo viola i diritti fondamentali.
Un principio importante: testimoniare è un dovere civico, non un rischio lavorativo.
La libertà di dire la verità in giudizio non può mai essere messa in discussione.

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