LE FRASI CONTRO L'ORIENTAMENTO SESSUALE SONO MOLESTIA
- pablobottega
- 4 apr
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Nessuno scherzo tollerato: frasi contro l’orientamento sessuale sono molestia – lo dice la Cassazione
Con l’ordinanza n. 6345 del 10 marzo 2025, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio rilevante in materia di tutela della dignità nei luoghi di lavoro: rivolgere frasi offensive sull’orientamento sessuale di un collega costituisce una forma di molestia, anche in assenza di intenzionalità soggettiva.
Nel caso esaminato, un dipendente aveva impugnato il licenziamento ricevuto per aver pronunciato, davanti ad altri colleghi, espressioni offensive rivolte all’orientamento sessuale di un collega. La Corte d’Appello aveva respinto la sua domanda, ritenendo la condotta disonorevole e immorale. La Cassazione ha confermato tale decisione.
Secondo i Giudici di legittimità, l’ordinamento assicura piena tutela all’orientamento sessuale individuale, considerandolo parte della sfera più intima e privata della persona. Ne consegue che atti o frasi che lo offendono configurano molestia a contenuto discriminatorio.
Elemento centrale della pronuncia è il superamento del requisito dell’intenzionalità: per integrare la molestia è sufficiente il contenuto oggettivo della condotta e la percezione soggettiva della vittima, senza che sia necessario provare l’intento di nuocere da parte dell’autore.
La Corte ha così respinto il ricorso del lavoratore, confermando la legittimità del licenziamento.

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